Sfogliatella

 
Come narra Gioacchino Siribelli nella STORIA DELLA BARONIA DI FASANELLA, SITA IN PRINCIPATO CITRA, ANTICA LUCANIA, Pandolfo Phasanella, Conte di Phasanella, ordinò di fondare sul Colle denominato Bellosguardo un Casamento, cioè un Palazzo lussuosamente arredato,che serviva per il suo soggiorno estivo e che ancora oggi viene identificato come Palazzo Vecchio. Al seguito di Pandolfo si trasferirono a Bellosguardo gli artigiani del tempo e anche alcune donne, prescelte principalmente fra quelle che sapevano cucinare e servire con devozione assoluta il predetto Conte, loro padrone assoluto. Da quanto sopra si possono apprendere, e forse spiegare, i motivi per cui le donne di Bellosguardo hanno sempre meritatamente vantato la loro particolare e meritoria arte culinaria. Additate come ideatrici di piatti poveri ma destinati a diventare succulenti e famosi, come i vermicelli conditi con la mollica (bucatini ammolicati) e il famoso coniglio imbottito e addirittura la frittata di borraggine, piante erbacee con foglie ovali ricoperte da peli ruvidi. Avvalendosi dei prodotti locali hanno escogitato il sistema di impreziosire i cibi con quanto offriva la zona, abbinandoli con scelte indovinatissime, dovute al loro innato intuito ed alla loro totale dedizione culinaria. Quindi è facile immaginare che si deve alla fervida fantasia spigliata delle donne di Bellosguardo, e al loro estro, anche l’invenzione della famosa sfogliatella, che differisce da quella ideata a Conca dei Marini, nel famoso Monastero delle suore di Clausura che poi vene definita proprio S. Rosa, dal nome della suora che ebbe questa felice intuizione. Il motivo per il quale questo dolce prelibato si diffuse da Conca dei Marini a Bellosguardo resta un mistero, che si può tentare di svelare con una semplice costatazione. E’ noto che a Bellosguardo si trova la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sorto come edificio conventuale dei Padri Minori di S. Francesco nell’anno 1512, al suo interno risulta ancora conservato un affresco che rappresenta la deposizione di Cristo, attribuito alla scuola di Giotto. Il Convento ha ospitato, tra i tanti monaci, anche Fra’ Lorenzo Ganganelli, che in seguito prese il nome di Papa Clemente XIV. Conseguentemente si può facilmente ipotizzare uno scambio di informazioni fra il Convento delle suore di Clausura di Conca dei Marini e questo Convento dei Padri Minori di Bellosguardo, che trovandosi in una zona abitata solo da pastori, non possedendo gli ingredienti dolciari amalfitani, abbiano voluto cimentarsi anche loro alla preparazione di questo succulento e sostanzioso dolce, limitandosi a usare i prodotti genuini locali come la ricotta abbondante e il vino bianco passito nonché lo zucchero e la farina di semola. La sfogliatella di Bellosguardo differisce da quella della Costiera Amalfitana soprattutto per la forma a mezzaluna, mentre l’altra risulta a conchiglia, ma sopratutto per il gusto ineguagliabile il cui merito va attribuito a tutte le donne di Bellosguardo che hanno saputo irretire i mariti non solo per la loro notoria bellezza ma anche per la dolcezza impareggiabile della sfogliatella, che rimane la Regina incontrastata per tutte le feste, ma soprattutto in occasione della S. Pasqua.
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